Testimonianze

Le Voci degli Ammiratori

Stefano Pugliesi

Artista

"Marco Penati riesce a cogliere quei "segni del destino" che danno un'accezione diversa alle forme precedentemente architettate.”

"Marco ci spinge a cercare nel nostro intimo, nel nostro nascosto animale, ciò che siamo. Ciò che percepiamo. Ciò che viviamo. Ciò che desideriamo. La nostra materia."

Paolino Penati

Docente storia dell'arte

"Con i suoi disegni sta già ripetendo all'infinito se stesso ma anche se stesso come somma di individui, in costante insistenza autobiografica dove però il reale, la sua vita vera, non ha niente a che fare."
Alessandro Guerriero
Presidente accademia belle arti NABA
"Marco allora cosa fa, nella serie soprattutto dei VISI DI VISI? Li registra questi attimi in un’infinita sequenza lasciando a noi il compito di scoprire tra variazioni di materiali e di colori la facies archetipica più confacente all’immaginario di ciascuno."
Vincenzo Guarracino
Poeta, critico letterario e d'arte
"Come non provare entusiasmo e ancora meraviglia di fronte alla magia infinita o infinita reiterazione di quelle che lui chiama impunemente “faccine”. Macché faccine, sono piuttosto marchi indelebili di un archetipo rivissuto con ardore o più semplicemente un pretesto, uno sguardo incisivo il cui compito a me sembra sia quello di portare in superficie, o meglio,in superfici variegate ma nella stessa forma un'anima, un “essere” di fango, di resina,o di vetro, poco importa, o forse importa molto se il materiale che lui usa, la sua”materia primitiva” è l'inveramento di uno spirito sofferto."
Emilio Cantù
Docente letteratura inglese
"Marco Penati prende un volto e lo moltiplica; ma non lo clona, non lo ripete. Letteralmente lo fa essere in mille modi diversi, dando origine al diverso e al molteplice, senza mai replicare l’identico. La sua arte ci mette di fronte, colpiti e un po’ sgomenti, all’infinito gioco delle differenze che rendono ogni volto diverso dall’altro; e lo vediamo toccando, accarezzando, soppesando, osservando nei dettagli questi piccoli incredibili volti che proprio quando perdono anche ogni traccia di bocche, nasi ed occhi mantengono una forza espressiva che è propria dello stupore della diversità."
Raffaele Mantegazza
Docente pedagogista