Negli sconfinati territori dell'arte vi è un'artista che attraverso la materia forgia dallo stesso volto infinite maschere. Il sentiero in cui Marco Penati ci accompagna suggerisce al fruitore un rapporto con l'opera prepotentemente sensoriale. Quel volto che a volte ci appare vicino, morbido, amico, altre volte ci respinge, ci allontana tanto da apparire spigoloso, freddo, pericoloso, nemico. Ogni maschera è carica di un suo colore, di una sua luce, di un suo peso, di una sua consistenza, di una sua natura. Marco ci spinge a cercare nel nostro intimo, nel nostro nascosto animale, ciò che siamo. Ciò che percepiamo. Ciò che viviamo. Ciò che desideriamo. La nostra materia.